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Com'è fatto il nostro cuore

Com'è fatto il nostro cuore

NOTIZIE UTILI PER COLORO CHE NON 

VOGLIONO AVERE PROBLEMI CARDIACI

 

         COM’E’ FATTO IL NOSTRO CUORE

 

  

 

La figura è molto esplicativa ed indica anche tutte le diramazioni alla quali il nostro cuore è collegato.

 

Il cuore è in pratica una pompa che nasce con noi e ci segue per tutta la vita. É stato calcolato che durante la vita media di una persona,

il cuore esegue oltre 3 miliardi di battiti: un lavoro inimmaginabile che il nostro corpo compie senza mai fermarsi, senza mai perdere un colpo,

una macchina perfetta, superiore certamente a qualsiasi motore che l’uomo sia mai riuscito a costruire.

Il nostro cuore pompa di media, oltre 8000 litri di sangue al giorno.

Questo significa anche che in un solo anno ne pompa oltre 3.000 tonnellate.

Il cuore è costituito da uno speciale tessuto muscolare chiamato il “miocardio” che è formato da quattro cavità che sono chiamate:

• atrio destro e atrio sinistro

• ventricolo destro e ventricolo sinistro

Il sangue che proviene, attraverso le vene entra nell’atrio destro e poi viene spin- to nei nostri polmoni per essere ossigenato.

Terminata questa operazione il sangue entra nell’atrio sinistro, passando nel ven- tricolo sinistro e poi successivamente in tutto il nostro corpo.

Le arterie che devono svolgere tutto questo enorme lavoro di “miscelazione” sono chiamate coronarie e sono tre.

 

La conseguenza di tutto questo processo di circolazione è ovvio:

 

“SE LE NOSTRE CORONARIE SONO IN PERFETTA SALUTE, SONO SCORREVOLI,

SENZA OSTRUZIONI NE PLACCHE, ANCHE IL NOSTRO CUORE E’ SANO

E NOI VIVIAMO UNA VITA SERENA.”

 

In tutto il mondo le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte e la quinta causa di malattia.

Quindi più pericolose del cancro, se si può fare una graduatoria di questo genere.

Contrariamente a quanto si possa pensare, le malattie cardiovascolari rappresenta- no oggi la principale causa di morte nelle donne e ogni anno muoiono per problemi cardiaci più donne che uomini. 

In realtà, fino all’età della menopausa la donna risulta protetta dalle malattie cardiache; dopo i 50 anni si assiste invece a un progressivo aumento dell’incidenza di tali malattie nella popolazione femminile.

Dai settanta anni in poi, però, la mortalità e la morbidità  (cioè il numero di malattie non fatali) cardio- vascolari nei due sessi tendono ad eguagliarsi.

In Italia

I valori di mortalità più alti si registrano nell’Italia del Nord, quelli più bassi nell’Italia del Centro e del Sud, con una differenza che era molto elevata agli inizi degli anni ‘70,

ma è andata riducendosi gradualmente, fino a minimizzarsi all’inizio degli anni ‘90. 

L’Istat nel 1994 ha effettuato una indagine particolareggiata sulle condizioni di salute della popolazione, valutando anche la diffusione delle malattie cardiovascolari (iper- tensione arteriosa, infarto del miocardio, angina pectoris, ecc.).

Le percentuali più elevate di persone con infarto del miocardio si hanno in Friuli-Venezia Giulia,Liguria e Umbria (tutte con 2,1%). 

La percentuale più bassa, invece, spetta alla Puglia (con 0,7%). Per quanto riguarda l’angina pectoris la percentuale più alta è stata registrata nelle Marche (1,8%), quella più bassa in Trentino, in Campania e in Basilicata (0,6%). 

Per tutti gli altri disturbi del cuore, la percentuale più alta si trova in Umbria (5,0%) e quella più bassa in Puglia (2,5%).

 

Le tendenze per il futuro

 

I numeri, quindi, parlano da soli: le malattie a carico dell’apparato cardio- vascolare hanno un forte impatto sociale. A parziale consolazione, comunque, va sottolineato che la situazione sta migliorando.

Secondo i dati Istat (Mortalità in Italia nel periodo 1970-1992. Evoluzione e Geografia). Il numero di decessi per queste malattie, infatti, è in costante diminuzione in entrambi i sessi già dal- la metà degli anni ‘70, con una riduzione complessiva di quasi il 50% per le don- ne (si è passati, infatti, da un tasso di 24.1 per diecimila abitanti nel 1970, ad un tasso di 13.2 nel 1992), mentre per gli uomini la riduzione è stata di oltre un terzo (passando da un tasso di 33.1 per diecimila abitanti, ad un tasso di 20.9). 

Però, se il numero dei decessi per malattie cardiache è in netta riduzione, aumentano invece i soggetti con complicazioni, per esempio post-infarto, che necessitano di continui controlli, cure e trattamenti. Infatti, l’intervento (anche se immediato ed efficace) nella maggior parte dei casi non elimina completamente il rischio di eventuali ricadute. 

Come ricorda Lars Ryden, presidente della ESC (Società Europea di Cardiologia), infatti, l’unico mezzo per contrastare effettivamente il problema è la prevenzione.

 

RICORDIAMO CHE MOVIMENTOSALUTE onlus ha tra i suoi obiettivi principali proprio la PREVENZIONE.

 

Articolo tratto dal libretto realizzato da Roberto Guido Bijno, nel gennaio 2008,

per conto della sua ex associazione di volontariato “AMICI DEL CUORE PIEMONTE” di cui era Presidente e fondatore.

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