Nico Bijno

Nico Bijno

Presidente

URL del sito web: https://www.movimentosalute.it

LA MEDITAZIONE

Meditazione, i benefici per mente e corpo

da paginemediche.it

 

I benefici della meditazione sono innumerevoli: riduce stress, rabbia e paura,

allevia i sintomi di ansia e depressione, aiuta chi fatica a trovare la giusta concentrazione,

a maggior ragione in una vita frenetica come quella attuale. 

 

MOVIMENTOSALUTE onlus, ha tra i membri del suo Comitato Scientifico, un medico particolarmente esperto di tecniche di meditazione.

Si tratta del dr. Luigi Torchio di Torino, già più volte presente sulla nostra testata 

“ BENESSERE CREATIVO” organo di stampa della nostra Associazione ed il suo curriculum

lo potete trovare tra le pagine del  nostro sito: www.movimentosalute.it

 

Perché fare meditazione?

 

Riuscire a concentrare l’attenzione su se stessi e sul proprio respiro – abbandonandosi a percezioni, sensazioni, pensieri ed emozioni,

isolandosi dall’ambiente esterno per toccare un livello di maggiore cognizione e di calma interiore – aiuta a rivolgere l’attenzione al momento presente, al vivere “qui” ed “ora”.

Dopo aver indossato abiti comodi, per praticare la meditazione è fondamentale la scelta di un posto tranquillo dove potersi concentrare senza interruzioni né distrazioni. 

Buona norma è stabilire, prima di iniziare, quello che sarà il tempo da dedicare alla meditazione: gli esperti suggeriscono due sessioni quotidiane da venti minuti, ma è possibile cominciare con una seduta quotidiana da cinque minuti.

Molto importante, inoltre, è la posizione che si assume durante gli esercizi, un aspetto che precede una fase essenziale:

quella dello stretching prima della meditazione. Meditare fa bene, e l’età non deve essere un limite. 

 

Ecco una serie di benefici della meditazione.

Rimedio naturale per ansia e depressione: la pratica costante della meditazione è uno dei migliori rimedi naturali per combattere ansia e depressione. Inoltre aiuta a diminuire la percezione personale di stress.

• Migliorare concentrazione e memoria: merito delle tecniche di rilassamento, ma le tecniche di meditazione favoriscono anche l’empatia nei confronti delle persone, promuovendo sentimenti migliori e comportamenti virtuosi.

• Conoscersi meglio: conoscere meglio il proprio “io” e, a livello pratico i propri limiti, valutando a fondo pregi e difetti, è uno degli obiettivi di questa pratica per recuperare un sano equilibrio interiore.

• Ridurre il dolore fisico: la pratica della meditazione può assumere un ruolo importante nella riduzione del dolore correlato alle malattie oncologiche e nel contenimento degli effetti collaterali della chemioterapia.

• Aumentare la produttività: attraverso la meditazione è possibile abituare il cervello a raggiungere la più alta concentrazione in ogni momento, partendo dalle situazioni che la richiedono maggiormente (come l’ambito scolastico oppure quello professionale).

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LE CIPOLLE ROSSE

Cancro, le cipolle rosse uccidono le cellule tumorali:

l'effetto degli antiossidanti

 

Un team di ricerca dell'Università di Guelph in Ontario (Canada) ha scoperto che le cipolle rosse possono essere preziosissime alleate nella lotta contro il cancro, soprattutto contro quello al seno e al colon, due delle neoplasie più diffuse e letali.

Le sostanze contenute in questi vegetali, in particolare modo l'antiossidante quercetina e gli antociani,

sono infatti in grado di uccidere le cellule malate, impedendo la crescita e la proliferazione della massa tumorale.

 

I ricercatori, coordinati dal docente di Ingegneria Suresh Neethirajan e dal dottorando Abdulmonem Murayyan,

erano già a conoscenza delle virtuose proprietà antiossidanti e antitumorali delle cipolle (Allium cepa); hanno così deciso di testarne alcune varianti per determinare quali fossero le più efficaci contro il cancro.

 

Dalle analisi condotte su cinque cipolle normalmente coltivate nell'Ontario, la più popolosa provincia canadese, è emerso che la saporita e bulbosa ‘Ruby ring onion',

un cipolla rossa molto apprezzata, è risultata essere la prima della classe per proprietà antitumorali. La ragione risiede nella concentrazione superiore di sostanze utili,

come ad esempio il flavonoide quercetina, un antiossidante che ha la capacità di inibire naturalmente diversi enzimi intracellulari

e dunque già da tempo tenuto sott'occhio dagli oncologi. Altri composti particolarmente preziosi sono i cosiddetti antociani,pigmenti che, oltre a dare la colorazione alla cipolla, catalizzano proprio l'azione anticancro della quercetina.

 

Il team di Neethirajan per testare l'efficacia delle cipolle ha messo a contatto cellule tumorali estratte da colon umano con una soluzione di quercetina, scoprendo che quest'ultima non solo spinge le cellule tumorali alla cosiddetta apoptosi (il ‘suicidio' cellulare), ma ne impedisce anche la comunicazione, complicando ulteriormente il loro processo di sviluppo e proliferazione.

Insomma, si tratterebbe di una vera e propria arma micidiale contro il cancro, che gli studiosi sono riusciti ad estrarre dalla pianta senza utilizzare agenti chimici,

ma solo attraverso acqua surriscaldata all'interno di un contenitore pressurizzato. Il processo ne preserva così l'efficacia naturale senza alcuna contaminazione.

L'idea è quella di creare pillole o semplici soluzioni da associare a succhi di frutta e prodotti da forno ad azione preventiva contro il cancro. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Food Research International.

Andrea Centini

 

Movimentosalute onlus, può quindi affermare che è verosimile che anche in Italia vi sono delle ottime cipolle rosse,

che come tutti sanno, sono quelle di Tropea e coloro che le hanno mangiate, conoscono le loro qualità e squisitezze.

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KEFIR

IL KEFIR



Secondo la leggenda, Maometto avrebbe donato i primi grani di kefir agli avi dei montanari del Caucaso, che per questa ragione lo chiamarono “miglio del profeta”.

In realtà è difficile stabilire in che modo si sia ottenuta la miscela di microorganismi che compone i granuli di kefir.

L'uso di consumare latte fermentato è estremamente antico, ve ne sono testimonianze nel Libro della Genesi, ma non risultano fonti che parlino esplicitamente del kefir.

Una testimonianza di una bevanda simile si ha nel Il Milione di Marco Polo che afferma di aver incontrato durante il suo viaggio verso la Cina popolazioni caucasiche che consumavano Chemmisi,

una bevanda originata dalla fermentazione di latte di giumenta, dal leggero tasso alcolico.

Recenti studi hanno dimostrato che è possibile ottenere i kefiran (grani di kefir) inoculando con la flora batterica dello stomaco di capra il latte

contenuto in un otre di cuoio e sostituendo giornalmente metà del latte con latte fresco; dopo una decina di settimane si sono formati granuli di kefir.

Il kefir veniva preparato con il latte di vaccapecora o capra. Tradizionalmente si metteva in otri di pelle e lo si rimpiazzava con latte fresco per cui

la fermentazione avveniva continuamente.

Secondo la tradizione il kefir si usa per curare le enteriti e, a volte, la tubercolosi.

In epoca moderna fu il Premio Nobel per la medicina Il'ja Il'ič Mečnikov ad interessarsi al kefir e a studiarne i ceppi batterici,

convinto che fosse uno dei motivi della longevità delle popolazioni caucasiche grazie alla presenza di acido lattico che terrebbe a bada la proliferazione batterica nell'intestino.

Preparazione

La preparazione del kefir necessita dell'inoculazione del latte con i fermenti omonimi, un'associazione di batteri e di lieviti residenti in strutture costituite da un polisaccaride,

il kefiran, prodotto dai batteri stessi. I microorganismi si moltiplicheranno nel latte portando a compimento il processo fermentativo.

Nella fermentazione intervengono diverse specie di lieviti e di fermenti lattici. Si tratta di una fermentazione prevalentemente lattica, ma in parte anche alcolica

 (presenza di lieviti che trasformano lo zucchero in alcool e in anidride carbonica).

Nella preparazione domestica tradizionale i granuli vengono recuperati e riutilizzati per le successive fermentazioni.

Si aggiungono i fermenti al latte (deve essere freddo o a temperatura ambiente, comunque non eccessivamente caldo) e si lascia fermentare da 24 a 48 ore a circa 20 °C

mescolandolo di tanto in tanto (Si può usare il latte fresco pastorizzato o il latte a lunga conservazione). Il kefir ottenuto nella produzione domestica

può avere una leggera gradazione alcolica (fino ad 1 grado) mentre alcuni prodotti industriali non presentano questa caratteristica grazie a specifici metodi produttivi.

Se non viene consumato subito, il kefir deve essere messo in frigorifero, dove si conserva senza problemi per oltre una settimana: nel caso si lasci

fermentare oltre diventa troppo acido e prende un gusto piccante.

Benefici per la salute

Il Kefir manifesta numerose qualità grazie all'attività dei batteri probiotici:

  • Contribuisce a promuovere la formazione di anticorpi.

  • Riequilibra il microbiota intestinale.

     

Ingredienti per un'altra preparazione



  • 50g di granuli di Kefir di latte (due cucchiai circa);

  • ½ lt di latte a piacere a temperatura ambiente;

Preparazione

  1. Mettete i granuli di Kefir in un contenitore di vetro con coperchio;

  2. Versate il latte (il contenitore non deve essere eccessivamente pieno);

  3. Chiudete il recipiente;

  4. Riponete il recipiente in un luogo a temperatura ambiente (in estate meglio riporre il contenitore in frigorifero);

  5. Aspettate 48 ore finché il latte non si è cagliato (durante le 48 ore mescolate ogni tanto). Il Kefir non deve cagliare eccessivamente,

  6. ma rimanere abbastanza liquido per evitare che diventi troppo acido;

  7. Filtrate il Kefir in maniera da separare i granuli dal latte fermentato;

Il vostro benefico Kefir sarà pronto quando avrà una consistenza densa ed i granuli saranno aumentati di volume.

Kefir di latte, conservazione

Il kefir auto prodotto si mantiene in frigo per circa 1 settimana, con il passare del tempo infatti la fermentazione continua

e il gusto diventa sempre più acido. Quelli che si acquistano già pronti hanno la data di scadenza impressa sulla confezione e ad essa bisogna far riferimento in maniera precisa.

 

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L'OBESITA' E' IN AUMENTO

 Combattiamo l’obesità insieme

 

E’ la campagna di sensibilizzazione promossa dall’European Association for the Study of Obesity (EASO)

nell’ambito della European Obesity Day, la Giornata Europea dell’Obesità che si è celebrata il 20 maggio

in collaborazione con comunità mediche, associazioni di pazienti e istituzioni.

L’obiettivo è di informare il maggior numero possibile di persone sull’urgenza di combattere l’obesità,

dando voce a tutti coloro che soffrono di problemi legati al peso eccessivo.

 

Gli obesi in Italia

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 1,9 miliardi di persone in sovrappeso, di cui 600 milioni obesi. 

Un’indagine EASO rivela che in Italia gli obesi sono 6 milioni; oltre un terzo della popolazione adulta è in sovrappeso (35,3%),poco meno di una persona su 10 è obesa (9,8%) e – a causa di complicanze legate alla malattia - una persona ogni 10 minuti muore (57mila decessi all’anno e oltre mille a settimana).

Le regioni meridionali presentano la prevalenza più alta di persone di 18 anni e oltre obese (Molise 14,1%, Abruzzo 12,7% e Puglia 12,3%)

e in sovrappeso (Basilicata 39,9%, Campania 39,3% e Sicilia 38,7%) in confronto alle regioni settentrionali, che mostrano dati più bassi di prevalenza di obesità

(Lombardia 8,7%, Piemonte 8,9%) e sovrappeso (Valle d’Aosta 30,4%, Lombardia 31,9%).

Risulta in sovrappeso il 44% degli uomini rispetto al 27,3% delle donne e obeso il 10,8% degli uomini rispetto al 9% delle donne. 

Il sovrappeso passa dal 14% della fascia di età 18-24 anni al 46% tra i 65-74 anni, mentre l’obesità dal 2,3% al 15,3% per le stesse classi di età.

Percentuali alla mano, l’obesità non rappresenta solo un problema medico e sanitario, ma anche un costo importante per il Sistema Sanitario Nazionale:

si calcola che nel 2012 questa condizione sia stata responsabile del 4% della spesa sanitaria italiana. 

Ciò anche a causa della comorbidità (la coesistenza di più patologie differenti in un unico individuo): sovrappeso ed eccesso ponderale sono responsabili

di circa l’80% dei casi di diabete, del 55% dei casi di ipertensione e del 35% di quelli di tumore e di cardiopatia ischemica.

La colpa, spesso, risiede nella poca propensione alla prevenzione e nella scarsa attenzione nei confronti di uno stile di vita adeguato a ridurre il rischio delle malattie croniche non trasmissibili come è, appunto, l’obesità.

 

L’obesità è curabile

 

L’obesità è una malattia curabile - spiega Michele Carruba, direttore del Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano

- ed è indispensabile avviare una serie di attività volte da un lato a sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione,

dall’altro a rendere consapevole la classe politica e dirigente che affrontare l'epidemia di obesità non è più procrastinabile”.

Affinché ciò sia possibile - suggeriscono gli specialisti - occorre partire dalla creazione delle “Obesity Unit”,

veri e propri centri di riferimento con un approccio multidisciplinare dove il paziente obeso possa essere seguito

in ogni aspetto della cura da esperti dietologi, nutrizionisti, psicologi e chirurghi.

 

Da quando è nata, l’Associazione onlus MOVIMENTO SALUTE ha sempre avuto tra i suoi principali obiettivi,

proprio quello di combattere l’obesità, dando consigli sulla alimentazione da tenere, senza grossi sacrifici e costi.

Ma purtroppo abbiamo notato che poche sono le persone che ci sostengono in questa campagna

ed invece troviamo generalmente solo tanto poco interesse sull’argomento ed indifferenza.

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