Lo Sport e la Scuola

L’attività sportiva distrae i ragazzi dallo studio?

 

 

Molti genitori sono dell’idea che la pratica di un’attività sportiva, soprattutto se a livello agonistico, distragga i propri figli da attività ben più importanti, come lo studio.

Una ricerca recente, che ha preso in esame le abitudini di circa 2.000 ragazzi di Los Angeles, ha smontato questa convinzione:

ha infatti dimostrato che lo sport non solo mantiene sano l’organismo ma permette anche di migliorare le proprie capacità mnemoniche e d’apprendimento. 

Ai ragazzi è stato chiesto di percorrere un chilometro e mezzo di corsa e, una volta terminato, di rispondere ad alcune domande di intelligenza:

quelli che hanno registrato le migliori prestazioni sportive hanno avuto anche risultati migliori nei test.

Non è chiaro come mai il benessere fisico e il buon rendimento scolastico siano direttamente relazionati ma probabilmente ciò è dovuto all’aumento della circolazione sanguigna nei tessuti durante la pratica sportiva. 

Con il movimento infatti l’apporto di sangue al cervello aumenta in modo significativo, mantenendo il tessuto celebrale ben nutrito e permettendo la creazione di nuove connessioni neuronali soprattutto a livello delle zone di apprendimento, attenzione e memoria.

È stato evidenziato, nel corso di numerosi studi, che la pratica di uno sport può anche permettere lo sviluppo di specifiche capacità motorie e percettive:

ad esempio il tennis e ping pong permettono di migliorare la coordinazione occhio-mano; la corsa e il nuoto la propria percezione nello spazio; infine, lo sci e la bicicletta permettono di migliorare il proprio senso di equilibrio.

 

Da sanit.org

 

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Dolore ai piedi

Dolore ai piedi, un malessere trascurato

di Luca Bruno

 

Un gran numero di persone prova dolore ai piedi una volta raggiunti i 60 anni, ma in alcuni casi i dolori si possono far sentire anche prima,

tra i 20 ed i 30 anni.

Molte persone pensano che il dolore ai piedi sia uno dei sintomi dell’invecchiamento,

quando, invece, può essere più facilmente attribuito al proprio comportamento.

 

Una persona cammina mediamente nel corso della sua vita l’equivalente di tre volte la circonferenza della terra,

un enorme sforzo per il piede, con i suoi 100 tendini legamenti e muscoli, 26 ossa, e 33 articolazioni.

Scarpe regolarmente indossate, e che garantiscano una postura corretta del piede sono di grande aiuto, per esempio, così come la condizione fisica:

l’obesità, i problemi circolatori, il diabete per esempio sono di sicuro problematici anche per ciò che possono provocare ai piedi.

 

Un recente sondaggio condotto dalla American Medical Association Podiatric,

ha rilevato che il 53% degli intervistati ha affermato di avere dolori ai piedi, a tal punto in alcuni casi che ciò diventa un ostacolo per la vita quotidiana.

 

Tra i disturbi ai piedi più comuni abbiamo l’artrite, la fascite plantare (l’infiammazione del tessuto fibroso sollo il piede), calli, cattiva circolazione e funghi.

Ecco alcuni dei principali motivi di affaticamento del piede, da prendere in considerazione:

Sovrappeso: la forza esercitata sui piedi è circa il 120% del nostro peso corporeo, e quindi chi è obeso mette evidentemente sotto stress tutta la struttura del piede: tra i danni la fascite plantare.

Diabete: essendo i più lontani dal cuore i piedi sono i primi ad avere problemi circolatori e di sensibilità, il che può causare scarsa guarigione di ferite ed anche amputazioni.

Problemi di circolazione: se è compromesso il flusso di sangue nelle arterie periferiche i piedi sono i primi ad essere sottoposto a problemi.

Piedi piatti: causano l’allungamento e l’indebolimento dei muscoli e dei tendini del piede, con conseguenze come tendiniti ed artriti. Esistono in commercio scarpe e plantari ortopedici per evitare un eccessivo stress alla muscolatura del piede.

Scarpe: indossare scarpe adatte, e misurare ogni tanto il proprio piede, che si allunga e si appiattisce con l’età, evitare scarpe dolorose e, per le donne i tacchi alti, che nella vita di tutti i giorni non devono superare i 6 cm.

Funghi: i piedi devono respirare, ed i funghi in particolar modo si sviluppano in presenza di un ambiente umido e caldo. Far prendere aria alle scarpe ed usare calze che assorbano l’umidità, riducono la possibilità di malattie fungine.

Naturalmente per alleviare il lavoro dei vostri piedi è consigliabile una visita da uno specialista che vi può aiutare con apparecchiature ortopediche in caso di problemi.

E non bisogna dimenticare che l’esercizio fisico, mantenere in allenamento ossa, muscoli e tendini, anche con una semplice camminata, è la migliore prevenzione che si possa attuare.

 

 

 

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Ayurveda

Ayurveda, la medicina 

tradizionale dell'India

 

 

 

 

L’Ayurveda è la medicina tradizionale dell’India, utilizzata fin dall’antichità e ancora oggi diffusa più di quella occidentale. Negli Stati Uniti, la pratica dell'ayurveda

è consentita nell’ambito dell’esercizio delle terapie complementari.

 

Non esiste alcuna prova scientifica sull’efficacia dei trattamenti ayurvedici per la cura delle malattie. Inoltre, diversi studi targati USA hanno mostrato che circa il 20%

dei rimedi farmaceutici ayurvedici prodotti negli Stati Uniti e in India contentono metalli pesanti come piombo, mercurio, arsenico a un livello tossico per l’uomo.

I primi trattati scritti sull’Ayurveda risalgono al 700 - 1.200 a.C. e il più noto è quello di Charaka, filosofo e medico indiano.

Un secolo dopo, invece, fu scritto da Sushruta, medico e chirurgo, un testo enciclopedico che oggi è ritenuto il più antico e importante compendio di chirurgia.

In esso si legge che “l’individuo sano è colui che ha umori, il fuoco digestivo, i componenti tissutali e le funzioni escretorie ognuno in buon equilibrio,

e che ha lo spirito, i sensi e la mente sempre compiaciuti".

 

Attualmente in India ci sono più di 300 college dove si studia l’Ayurveda e quattro grandi Campus Universitari

dove questo antico sistema medico è lo studio principale.

 

            Gli scopi e le cure dell'Ayurveda

 

L’Ayurveda si prefigge 4 scopi fondamentali:

  1. prevenire le malattie;
  2. curare la salute;
  3. mantenere la salute;
  4. promuovere la longevità.
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Diabete e Sport

 

 

 

 

Il diabete mellito, sia esso di tipo I (giovanile) che di tipo II (alimentare), non deve impedire a giovani e meno giovani di praticare un’attività fisica.

Sebbene, molto tempo fa, fosse sconsigliato ai soggetti affetti di praticare sport, ormai le linee guida sono cambiate ed è stato dimostrato non solo

che è possibile effettuarlo regolarmente, ma addirittura come esso comporti numerosi vantaggi terapeutici sul controllo della glicemia.

Quando fare sport

Per evitare crisi ipo o iper glicemiche, di fondamentale importanza sarà monitorare la glicemia prima, durante e dopo l’attività fisica.

 

L’iperglicemia incorre spesso nei soggetti diabetici prima e subito dopo eventi importanti come ad esempio le gare perché lo stress

e l’adrenalina possono influenzare i livelli di glicemia: se ciò accade sarà bene limitare l’assunzione di zuccheri pre-esercizio.

In caso di attività fisiche prolungate, andranno consumati degli spuntini durante gli intervalli.

Bisognerà inoltre fare attenzione anche dopo aver terminato l’allenamento. Infatti, l’utilizzo delle scorte di glicogeno,

assieme alla riduzione di adrenalina, potrebbero portare il soggetto a un rapido calo glicemico.

 

 

 

 

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Camminare: ecco tutti i benefici accertati

Camminare:

ecco tutti i benefici accertati

 

Camminare rappresenta una preziosa strategia preventiva nei confronti di molte

malattie. A confermarlo una recente indagine dell'università del Queensland, in Australia, dalla quale è emerso che sostituire due ore al giorno di sedentarietà con due ore trascorse camminando riduce dell'11% indice di massa corporea e glicemia e del

14% i trigliceridi nel sangue, determinando una riduzione media del girovita di 7.5

centimetri, a vantaggio del rischio cardiovascolare.

Ma non solo. “Camminare - spiega sul Corriere.it Gianfranco Beltrami, docente del corso di laurea in scienze motorie dell’Università di Parma e membro del consiglio direttivo della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi) - fa bene a tutti gli organi e apparati. Come le altre forme di esercizio aerobico riduce, ad esempio, la pressione arteriosa e il rischio di tutte le malattie di cuore e vasi; diminuisce l’incidenza dei tumori, con effetti ormai acclarati su cancro al seno o al colon e un’azione consistente su molti altri.

Camminare rinforza i muscoli della cassa toracica, perciò migliora la ventilazione polmonare ed è indicato per chi soffre di asma e bronchite; regola il metabolismo con effetti positivi talmente evidenti su quello degli zuccheri da essere un potente 'farmaco' per la prevenzione e la cura del diabete.

In più aiuta chi soffre di stipsi e regolarizza le funzioni dell’apparato gastrointestinale. La semplice camminata è ottima per favorire la deposizione di tessuto osseo e quindi prevenire e contrastare l’osteoporosi, inoltre aiuta tutti coloro che devono perdere chili di troppo. I vantaggi ci sono anche per il sistema nervoso: grazie alla liberazione delle endorfine, camminare ha un’efficacia antiansia e antistress, contribuendo pure a diminuire la probabilità di depressione”.

I casi in cui è sconsigliato camminare sono davvero rari. “Meglio evitarlo se ci sono gravi problemi articolari. per esempio se ci si deve operare a un’anca; sono poi da preferire tipi di esercizio in cui si lavora in completo 'scarico', come la cyclette o il nuoto, se ci sono disturbi seri della colonna vertebrale.

La cyclette può essere una buona opzione anche perchi è obeso, se perfino camminare diventa complicato e toglie il fiato”.

Quanto è consigliato camminare? “Il minimo, per garantirsi tutti i benefici possibili, è una camminata di trenta minuti dalle 3 alle 5 volte a settimana - raccomanda Beltrami -.

Più si cammina, visto che si tratta di un’attività in completa sicurezza, meglio è: l’ideale sarebbe riuscire a percorrere i fatidici diecimila passi al giorno raccomandati da innumerevoli linee guida. Anche l’andatura conta: quella 'giusta' deve riuscire a portare la frequenza cardiaca a circa il 50-60% di quella massima, che si può stimare sottraendo a 220 la propria età o calcolare in maniera più precisa sottoponendosi a un test da sforzo”.

È consigliato camminare indossando scarpe comode e confortevoli, nonché

approfittare di ogni occasione per camminare, lasciando l’auto più lontana da casa o

scendendo dall’autobus una fermata prima.

Tuttavia, quando possibile è meglio optare per percorsi nel verde, in un parco o comunque in zone poco trafficate. “Si tratta pur sempre di un esercizio fisico che comporta respiri più profondi e un maggior scambio di aria a livello

degli alveoli polmonari”.

 

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