Nico Bijno

Nico Bijno

Presidente

URL del sito web: https://www.movimentosalute.it

IPERTENSIONE

Ipertensione Arteriosa

da paginemediche.it

 

L'ipertensione arteriosa consiste nell'innalzamento della pressione del sangue sulle pareti delle arterie oltre i valori normali.

L'ipertensione arteriosa è una condizione potenzialmente pericolosa per l'organismo e costituisce un fattore di rischio cardiovascolare.

La pressione sanguigna è un valore che dipende dal rapporto tra la quantità di sangue che il cuore pompa al minuto e la resistenza arteriosa,

ovvero la pressione esercitata dalle pareti delle arterie sul flusso sanguigno. 

Se uno di questi due valori si alza, aumenterà anche la pressione, come durante un intenso sforzo fisico, oppure quando le arterie non sono abbastanza flessibili o elastiche. 

La pressione arteriosa ha un valore massimo quando il cuore si contrae (sistole) ed uno minimo quando si rilassa riempiendosi di sangue (diastole).

In condizioni normali, la pressione sistolica (o Massima) è al di sotto dei 120 mmHg e la pressione diastolica (o Minima) e al di sotto degli 80 mmHg.I sintomi della pressione alta

La maggior parte degli ipertesi non presenta sintomi specifici, questo è il motivo per cui è stata soprannominata “killer silenzioso”.

Alcuni segni dell'ipertensione non controllata possono essere: il mal di testa localizzato dietro la nuca, che si manifesta di mattina

quando ci si sveglia e scompare spontaneamente dopo alcune ore, i capogiri, le palpitazioni, l'affaticamento, la perdita di sangue dal naso (epistassi), i disturbi della vista e l’impotenza. 

I campanelli d'allarme più drammatici sono le aritmie cardiache, gli attacchi transitori di ischemia cerebrale (TIA), epistassi, emorragia sottocongiuntivale.

 

Ipertensione arteriosa: epidemiologia

 

Si stima che l'incidenza dell'ipertensione sulla popolazione italiana sia del 25% (circa 15 milioni), di questi solo il 50%

sa di essere iperteso, e più del 60 % non raggiunge target pressori adeguati con la terapia prescritta, nonostante sia in cura da un medico. 

Tra i fattori di rischio per la mortalità per malattie cardiovascolari, l’ipertensione spiega il 40 % dei decessi per ictus e il 25 % di quelli

per malattia coronarica. Per quanto riguarda i valori pressori e la distribuzione, secondo i dati di una indagine condotta dall’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare

tra il 2008 e il 2012 in tutte le regione d’Italia, la pressione sistemica (Pas) media è di 134mmHg negli uomini e 129 mmHg nelle donne tra i 35 e i 79 anni;

i valori, sempre più alti negli uomini rispetto alle donne, sono più elevati al Nord e al Sud rispetto al Centro

La pressione diastolica (Pad) mostra un andamento analogo. Complessivamente più del 50% degli uomini e più del 40% delle donne sono ipertesi;

si discostano da questi valori solo le donne dell’Italia centrale (38%). Anche per quanto riguarda il trattamento antipertensivo il quadro appare migliore per le donne:

gli uomini sono più trattati perché maggiore è la prevalenza dell’ipertensione, ma le donne ipertese non trattate sono di meno (33%) rispetto agli uomini ipertesi non trattati (43%). 

Questo andamento è simile in tutte le regioni d'Italia; da notare che la proporzione di uomini ipertesi trattati è maggiore al Sud (ipertesi trattati 64%, ipertesi non trattati 36%, rispetto al 56% e al 50% degli uomini ipertesi che sono trattati al Centro e al Nord).

Le situazioni di tensione sono assolutamente da evitare per prevenire la pressione alta. 

Queste, infatti, provocano una risposta ormonale che prepara il corpo l’azione, il battito del cuore aumenta e una maggiore quantità di sangue viene pompata dal cuore.

Se questa condizione è prolungata nel tempo provoca degli effetti nocivi tra cui l’incremento della pressione sanguigna. 

Per queste ragioni, è fondamentale imparare delle strategie di gestione dello stress, facendo esercizi di rilassamento e riposando a sufficienza.

In generale, uno stile di vita salutare è fondamentale per tenere la pressione sotto controllo, per prevenire i rischi cardiovascolari e curare livelli di pressione alta:

evitare il fumo, mangiare cibi ricchi di vitamine e fibre, assumere poco sale, fare attività fisica regolare, evitare lo stress e controllare il peso. 

Secondo diversi studi clinici, i cambiamenti nello stile di vita aiutano concretamente a controllare la pressione del sangue,

sia in associazione alla terapia farmacologica sia in sua assenza.

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SINDROME METABOLICA

Le definizioni della Sindrome Metabolica

 

 

La definizione più conosciuta ed applicata nella pratica clinica è quella del National Cholesterol Education Program Adult Treatment Panel (ATP) III del 2008.                       

Essa fa riferimento principalmente a questi disturbi:

obesità addominale, ipertensione, ipetrigliceridemia, basso colesterolo HDL e glicemia >110 mg/dl (includendo anche il diabete). 

 

Nel 2005 è intervenuta l’International Diabetes Federation (IDF) con una propria definizione. Essa si caratterizza per porre l’obesità viscerale come elemento essenziale a cui si debbono aggiungere altri due criteri tra quelli abituali (ipetrigliceridemia, basso colesterolo HDL, ipertensione, iperglicemia, compreso il diabete). 

Circa 1 mese dopo la pubblicazione dei criteri dell’IDF, l’American Heart Association ed il National Heart, Lung and Blood Institute hanno pubblicato uno statement sulla SM, che ha allargato i criteri dell’ATP III, portando il livello diagnostico della glicemia da 110 a 100 mg/dl, ed ha introdotto il concetto che è sufficiente la presenza di terapia per correggere l’ipertensione, l’ipetrigliceridemia, il basso colesterolo.

 

Movimentosalute onlus, vuole  principalmente solo  parlare alla gente comune e non ai medici, che conoscono perfettamente l’argomento. S’ipotizza necessario che il nostro lettore comprenda almeno l’origine di quella che viene chiamata dagli esperti “ LA SINDROME METABOLICA” e possa quindi meglio comprendere  come si possa  sviluppare e combattere.

 

IL CAMPANELLO D’ALLARME

 

Tutti sanno che con il passare degli anni l’aspetto di una persona cambia, senza che il soggetto quasi  se ne accorga e se lo fa, considera  questi cambiamenti solo l’inevitabile segnale degli anni che passano.

Le persone in genere, dopo i sessant’anni non fanno molta attenzione se ingrassano e se compaiono sui loro corpi dei cuscinetti a livello della vita. Invece questi segnali, che il nostro corpo ci manda, è  un campanello d’allarme importante per comprendere se la nostra salute può essere a rischio.

Queste trasformazioni del nostro corpo possono rilevare un possibile rischio d’incorrere in  due gravi malattie che sono principalmente:

      L’ INFARTO ED l’ICTUS

 

                         COME SI SVILUPPA LA SINDROME METABOLICA

 

Uno dei motivi principali di questi cambiamenti del nostro corpo è dovuto alla sedentarietà,

soprattutto quando andiamo in pensione e ci rilassiamo per molte ore al giorno sulla nostra poltrona preferita o davanti alla televisione.

Diventare sedentari è il principale motivo dei cambiamenti del nostro organismo, dovuti anche alla presenza di alti livelli di zuccheri

nel sangue che possono causare successivamente il diabete, l’ictus e l’infarto.

Un altro motivo di questi cambiamenti è l’alimentazione sbagliata, dovuta anche ad un eccessivo apporto di calorie, che non sono più necessarie al nostro corpo. 

L’individuo deve comprendere che non può più ingerire tutto quello che mangiava prima, ad iniziare dai grassi, dal troppo sale e dai dolciumi.

Occorre puoi, oltre ad un controllo costante del proprio peso, verificare la propria pressione sanguigna:

ricordarsi sempre che quella minima non deve mai superare i 90 . La giusta pressione deve stare tra i 120 della massima ed i 79 della minima.

Se ingrassiamo troppo, oltre che aumentare la nostra circonferenza, possiamo provocare una serie di malattie,

tipiche della terza età, come il diabete, che aggrava tutti gli altri fattori di rischio cardiovascolare, predisponendo l’organismo al pericolo dell’infarto. 

I valori della glicemia devono stare:

tra 70 e 109 per le persone sane e normali

tra 110 e 125 per quelle che hanno la glicemia leggermente elevata, 

ma non ancora pericolosa,

mentre i valori superiori ai 126 mg/dl indicano la presenza di diabete tipo 2, che è il più pericoloso per il nostro organismo,

tanto da provocare  tutta una serie di problematiche che vedremo di trattare diffusamente  in un altro articolo.

 

                                                                  R.B.BIJNO

 

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ACAI: PROPRIETA'/BENEFICI

 

BACCHE DI ACAI: PROPRIETA’/ BENEFICI

 

Le bacche di Acai sono i frutti di una palma che cresce spontanea nelle foreste pluviali

del Centro e Sudamerica, il nome scientifico è Euterpe Oleracea,e – come le bacche di goji

hanno numerose proprietà benefiche.

 

L’acai è una palma fruttifera, con foglie pennate lunghe fino a 3 metri. I frutti sono piccole bacche porpora scuro, prive di buccia, ma con un grosso nocciolo.

Sono proprio i frutti dell’acai ad essere ricchi di antociani, dall’importante azione antiossidante, e proteine, acidi grassi essenziali, fibre, vitamine e minerali.

Le bacche di acai, quindi, contrastano l'invecchiamento prematuro delle cellule e dei tessuti, regolano i livelli di colesterolo nel sangue, e sono utili contro l'aterosclerosi e le malattie cardiovascolari.

L’elevato contenuto di minerali è utile per rigenerare i muscoli, mentre le fibre favoriscono la funzionalità del sistema gastroenterico, permettono di mantenere il colon pulito e danno un senso di sazietà.

 

                      Le proprietà delle bacche açaí:

 

• Azione antiossidante

gli antociani sono un gruppo di principi attivi (con un valore pari a circa 30 volte le proprietà antiossidanti del vino rosso e tre volte quelli del mirtillo nero!) in grado di contrastare l'invecchiamento prematuro delle cellule e dei tessuti.

• Azione ipocolesterolemizzante

acidi grassi essenziali aiutano il trasporto e l'assorbimento delle vitamine liposolubili, A, E, D e K; intervengono sul colesterolo, apportando un'azione protettiva

sul cuore e il sistema circolatorio. Gli acidi grassi dell'açaì, in particolare l'acido oleico (omega-9) abbassa l'LDL (Low Density Lipoproteins o colesterolo cattivo)

che causa l'aterosclerosi, un ispessimento delle arterie, responsabile di molte malattie cardiovascolari. La presenza dell'acido linoleico (omega-6) aiuta a mantenere sane le membrane delle cellule. 

 

 

• Azione antinfiammatoria:

gli steroli sono componenti delle membrane delle cellule delle piante, che portano numerosi benefici per il corpo umano.

Oltre a ridurre il colesterolo nel plasma sanguigno, e demolire i grassi accumulati, i fitosteroli colpiscono il metabolismo di prostaglanine, componente biologica attiva trovata nel corpo,

svolgendo un'azione analgesica e antinfiammatoria. Gli steroli oggi vengono utilizzati per il trattamento dei sintomi associati al BPH (benign prostate hyperplasia), cioè l'iperplasia benigna della prostata.

 

• Azione remineralizzante

la notevole quantità di vitamine, amminoacidi e minerali, aiuta a rigenerare l'organismo ed i muscoli. Inoltre le fibre promuovono un sano apparato digerente, in quanto da un lato aiutano a

non assorbire grassi, zuccheri e trigliceridi dall'alimentazoione, e a mantenere il colon pulito; mentre dall'altro danno un senso di sazietà. La presenza di nutrimenti energizzanti

fa dell'açaì un ineguagliabile succo di frutta o bevanda energetica. La polpa granulosa delle bacche, mescolata ad altri frutti, a cereali o muesli e miele corrisponde alla ricetta classica,

in grado di ridurre la sensazione di fame con pochissime calorie, ma con una concentrazione altissima di nutrienti.

 

Per ulteriori informazioni o reperibilità, MOVIMENTO SALUTE onlus consiglia di rivolgersi a: Cure-naturali.it

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ALIMENTI ESSENZIALI

 Gli alimenti ( nutrienti) essenziali

 

Gli alimenti essenziali sono quegli alimenti che l’organismo umano 

ha delle difficoltà a sintetizzare nelle giuste quantità 

per far i bisogni del nostro organismo. 

 

I nutrienti sono quegli alimenti che il nostro organismo non è in grado di riprodurre da sé e dei quali, però,

non può fare a meno e quindi occorre che noi riusciamo a fare in modo, con l’alimentazione adeguata, di trovare il loro giusto equilibrio .

                  I NUTRIENTI essenziali per il nostro corpo  sono: 

 

                      acqua, aminoacidi, vitamine, minerali, acidi grassi.

 

Tutti i cibi sono formati da un insieme di composti fondamentali denominati "Nutrienti", che possiamo suddividere in 8 grandi gruppi.

 

• I carboidrati

• Le proteine

• I grassi

• I minerali

• Le vitamine

• Le sostanze fitochimiche

• Le fibre

 

I carboidrati si trovano prevalentemente nel regno vegetale, i cibi animali non ne contengono che piccole quantità.

L'amido è presente soprattutto in cereali e legumi (oltre che tuberi e castagne), mentre come zucchero semplice esiste il fruttosio, lo zucchero della frutta.

I carboidrati sono una combinazione di carbonio, di idrogeno e di ossigeno e sono la fonte principale di energia del corpo per tutte le sue attività.

I carboidrati sono importanti per il nostro organismo poiché contribuiscono a regolare il metabolismo dei grassi e delle proteine. 

Quasi tutti i cibi contengono proteine: a meno che la nostra dieta sia basata sul "cibo spazzatura" è quasi impossibile non ottenere abbastanza proteine

all'interno di una dieta che preveda il corretto introito di calorie. Buone fonti di proteine sono i cereali, il pane, la pasta, i fagioli, i piselli,

le lenticchie e altri legumi, la frutta secca, i broccoli, i fagiolini, i cavolfiori. Ricordiamo inoltre che tutte le verdure contengono proteine.

Nei paesi occidentali si mangiano troppe proteine; mediamente ogni giorno mangiamo il doppio di proteine rispetto

al necessario per una buona salute. Un eccesso di proteine sottopone il rene ad un superlavoro per eliminare le scorie, abbreviandone la vita.

Inoltre, le proteine vegetali sono migliori di quelle animali, perché queste ultime sono troppo ricche di aminoacidi solforati, e quindi producono scorie acide. 

Le proteine vegetali, al contrario di quelle animali, esercitano un effetto protettivo anche nei confronti di alcuni tipi di tumori e dell’aterosclerosi.

I grassi sono i nutrienti più ricchi di calorie (1 grammo di grassi apporta ben 9 calorie, contro le 4 dei carboidrati e delle proteine),

e la gran parte è combinata con altri nutrienti all'interno dei cibi: per questo non sono né visibili né eliminabili se non attraverso la limitazione/eliminazione dei cibi che li contengono.

I grassi possiedono un’altra importante peculiarità: regolano i centri cerebrali della fame, in modo da far avvertire, al termine di un pasto, la sensazione di sazietà.

I minerali sono presenti nell'organismo in quantità relativamente elevate (calcio, fosforo, magnesio, potassio e sodio),

mentre altri sono presenti in piccole quantità - "in traccia" (cromo, ferro, fluoro, iodio, manganese, rame, selenio, zinco).

La natura ci ha messo a disposizione buone fonti di calcio, come il cavolfiore e tutti i tipi di cavolo, le verdure a foglia (eccetto spinaci e bieta),

le mandorle, i semi di sesamo, i cereali integrali, i legumi, oltre alle acque minerali ricche di calcio (ma anche l'acqua del rubinetto ne contiene una buona quantità).

ll  ferro in forma non-eme è molto più sensibile sia alle sostanze e alle pratiche che inibiscono (fitati; calcio; tè; alcune tisane; caffè;

cacao; alcune spezie; fibre; calcio da latte e derivati) che a quelle che facilitano (vitamina C ed altri acidi organici presenti nella frutta e nella verdura; lievitazione, germogliazione e fermentazione; ammollo precottura) l'assorbimento del ferro a partire dal cibo soprattutto dalla carne.

Tutte le vitamine possono essere ricavate dai cibi vegetali, ad eccezione della vitamina B12, per la quale le misure ormai

obbligatorie di igiene degli alimenti, nonché la relativa scarsità, rispetto agli erbivori, della flora batterica intestinale umana,

possono rendere una alimentazione a base esclusiva di cibi vegetali a rischio di carenza. 

Questa vitamina può risultare tuttavia carente anche nelle diete latto-ovo-vegetariane e onnivore, così come possono essere

a rischio di carenza anche gli onnivori al di sopra dei 50 anni, in quanto perdono la capacità d’ assimilare questa vitamina a partire dai cibi animali.

Le vitamine sono importanti per il nostro benessere in quanto svolgono un’importante funzione bioregolatrice, partecipando alla regolazione delle reazioni chimiche che avvengono in tutte le cellule dell’organismo.

Le vitamine liposolubili (vit. A, vit. D, vit. E, vit. K) sono trasportate dai grassi, ed all’interno dei tessuti grassi possono anche essere accumulate.

Le vitamine idrosolubili (vit. C, B1 , B2 , B5 , B6 , B12 , PP, H ed acido folico) sono invece trasportate dall’acqua e non possono essere accumulate. 

Tutte le vitamine di cui abbiamo bisogno sono presenti in  natura ed è possibile trovarle soprattutto in frutta, verdura e latte. 

I cibi ricchi di sostanze fitochimiche sono i cereali, i legumi, la verdura, la frutta e le spezie.

Le fibre sono degli zuccheri che costituiscono le pareti cellulari delle piante, e quindi è ovvio che possano essere

contenute esclusivamente negli alimenti di origine vegetale.

Le fibre sono importanti soprattutto per la digestione dei cibi.

Ad esempio stimolano il processo di masticazione e la produzione di saliva in bocca.

Le fibre inoltre agiscono rallentando lo svuotamento gastrico e inducendo un precoce senso di sazietà.

Seguire una dieta ricca di fibre inoltre riduce anche la sensazione di fame, aiutando a rimanere in forma. 

Nell’intestino tenue le fibre rallentano il transito degli alimenti, consentendo un assorbimento più graduale dei carboidrati.

Oltre agli effetti positivi descritti sopra, le fibre apportano benefici anche al cuore e ai vasi sanguigni.

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