Nico Bijno

Nico Bijno

Presidente

URL del sito web: https://www.movimentosalute.it

RICONOSCERE LA DEPRESSIONE

Come riconoscere la depressione

 

a cura della dr.ssa Simona Carniato, psicologa e psicoterapeuta

 

La depressione è un disturbo difficile da riconoscere. 

In cosa consiste e quali sono i sintomi?

 

La depressione è un disturbo mentale molto comune, classificato come disturbo dell’umore: uno su cinque individui sperimenta la depressione nel corso della vita. 

La depressione coinvolge i sentimenti, il modo di pensare e il funzionamento del corpo. Sperimentare la depressione comporta provare intense emozioni e sentimenti negativi e una perdita di interesse

                                           I sintomi più comuni sono:

•senso di fatica

•cambiamenti nel sonno

•perdita di interesse nell’attività sessuale

•scarso appetito

•idee negative

•pessimismo

•minore autostima

•indecisione e idee suicidarie

 

Una volta riconosciuti i sintomi della depressione cosa si deve fare?

 

Dopo aver riconosciuto i sintomi caratteristici della depressione è necessario rivolgersi ad un professionista. 

Quando la depressione è presente, è propedeutico alla cura riconoscere i sintomi e monitorare il loro andamento

Spesso chi ne è affetto non ne è consapevole, ma è importante che venga effettuata una diagnosi professionale precisa e che vengano messi in atto interventi evidence-based (basati sull’evidenza scientifica) come trattamenti psicologici e/o farmacologici

In questi casi, è probabile che una persona abbia bisogno dell’aiuto di un professionista. Seguire un trattamento può essere utile per la maggior parte delle persone con depressione, in quanto è probabile che la depressione peggiori se non trattata.

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ALZHEIMER

  • Pubblicato in Malattie

ALZHEIMER

 

Questa malattia che colpisce soprattutto gli anziani,

sembra sia prodotta dalla mancanza della DOPAMINA.

MOVIMENTO SALUTE vi spiega cosa produce nel nostro organismo

la mancanza di Dopamina e come può essere aumentata per evitare di ammalarci di Alzheimer.

 

Innumerevoli sono gli effetti che questo ormone produce nel nostro organismo. 

Vi indichiamo i principali.

 

controllo del movimento: la dopamina è fondamentale per consentire un corretto equilibrio dell'attività motoria. Bassi livelli di quest'ormone sono all'origine del morbo di Parkinson, mentre  un' eccessiva secrezione di dopamina provoca l'insorgenza di tic nervosi

sensazione di piacere: è sicuramente la funzione più nota della dopamina. Questo mediatore chimico è in grado di rilasciare una sensazione di benessere psicofisico e profondo appagamento

meccanismo della ricompensa: la dopamina predice la ricompensa, nel senso che ci dà la giusta motivazione per raggiungere i nostri obiettivi

inibizione della produzione della prolattina: quest'ormone è in grado di inibire la secrezione di prolattina da parte del lobo anteriore dell'ipofisi. In questo caso, la dopamina prende il nome di Pif (fattore inibente la prolattina)

attenzione: bassi livelli di quest'ormone sono associati a distrazione e incapacità di concentrarsi

memoria: la dopamina è fondamentale soprattutto per stimolare la cosiddetta 'memoria di lavoro', cioè quella parte della memoria a breve termine che ci consente di immagazzinare ed elaborare dati e concetti fondamentali nelle nostre attività quotidiane

apprendimento: alti livelli di dopamina sono associati ad un'elevata capacità di apprendimento, favorita anche dalla stimolazione della memoria

sonno: quest'ormone regola il ritmo circadiano dell'organismo, favorendo l'alternanza sonno/veglia

umore: così come la serotonina, questo neurotrasmettitore è in grado di influire sul tono dell'umore, determinando uno stato di generale benessere psico/fisicoDopamina, 

           Come si produce naturalmente

La dopamina endogena, cioè quella naturalmente prodotta dal nostro organismo, non può essere aumentata per via orale, poiché questa molecola non è in grado di oltrepassare la barriera emato-encefalica, che divide il sangue dal sistema nervoso centrale.

Pertanto, per aumentare i livelli di questo mediatore chimico, occorre somministrarla direttamente sotto forma di farmaco, oppure assumere sostanze che ne mimino l'azione o ancora molecole che ne favoriscano la secrezione.

In maniera molto schematica e semplicistica, il processo chimico attraverso cui si giunge alla produzione di dopamina è caratterizzato da una serie di reazioni, che si susseguono secondo lo schema  seguente:

                   fenilalanina –> tirosina –> levodopa –> dopamina

Attraverso i farmaci, si interviene generalmente sui livelli di levodopa, mentre con l'alimentazione possiamo aumentare la tirosina o la fenilalanina, amminoacidi in grado di stimolare la sintesi della dopamina

 

Farmaci e dopamina

 

A livello farmacologico la sostanza più utilizzata è senza dubbio la levodopa, amminoacido intermedio che è in grado di sintetizzare la dopamina. Come coadiuvante nella terapia antidepressiva, contemporaneamente alla levodopa, occorre sempre somministrare  la carbidopa, per evitare che la sintesi della dopamina avvenga nel sistema circolatorio, producendo effetti indesiderati quali stati di nausea e vomito. 

 

Ma prima di assumere qualsiasi farmaco è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico di fiducia,

che saprà indicarvi i farmaci più adatti al vostro organismo .

Ognuno di noi è diverso dagli altri. 

Movimento salute vi consiglia mai di  curarvi da soli, il farlo 

potrebbe anche essere molto pericoloso.

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CURCUMA E ZENZERO-PROPRIETA'

ZENZERO E CURCUMA E FRUTTA

HANNO PROPRIETA’ CURATIVE?

 

 

 

Durante il Congresso Internazionale di Anestesiologia SIMPAR-ISURA di Firenze, organizzato dal Prof. Massimo Allegri dell’Università di Parma

si è parlato molto dell’importanza del cibo nella lotta contro le malattie.

Da quanto è emerso, riguardante soprattutto i dolori cronici, tipo l’osteoartrosi, sembra che lo zenzero, la curcuma e la frutta

potrebbero essere dei validi avversari contro il dolore cronico e le patologie psicologiche, una corretta alimentazione, infatti, non solo aiuta contro le infiammazioni, ma potrebbe prevenire l’insorgere di patologie.

”La dieta mediterranea – spiega Maurizio Marchesini, anestesista e terapista del dolore dell’Università di Parma, riduce gli alimenti con caratteristiche pro-infiammatorie. 

L’accumulo di calorie e grassi ha una correlazione con l’infiammazione e con lo sviluppo del dolore”. Manuela De Gregori, biologa nutrizionista del Policlinico San Matteo di Pavia

aggiunge che questo regime alimentare “può essere utilizzato sia per le terapie cronico-oncologiche, che per quelle benigne, ma anche per i pazienti che devono sottoporsi ad un intervento chirurgico o per chi lo ha già subito”.

Al Congresso è emerso anche un legame tra alimentazione e malattie psicologiche e gli specialisti consigliano una dieta più variegata possibile,

cercando però di evitare alimenti con farine raffinate, carni conservate e l’utilizzo di troppo zucchero raffinato e sale.

«Tra le caratteristiche più importanti dello zenzero – afferma il dott. Giuliano Ubezio, dietista – vi è senza dubbio la capacità di alleviare la nausea.

Masticarne qualche pezzetto durante un viaggio può essere d’aiuto a chi soffre di mal d’auto. 

Questa radice cura anche la dispesia, principale causa di gonfiori addominali e meteorismo, ma non è adatta a chi soffre di bruciori allo stomaco in quanto stimola la secrezione gastrica».

«La curcuma – spiega il dott. Giuliano Ubezio, dietista – ha diverse potenzialità. Le più conosciute e dimostrate sono quelle coleretiche-colagoghe, che favoriscono la produzione della bile e il suo deflusso nell’intestino. 

Questa spezia può quindi contribuire ad eliminare gli eccessi di colesterolo e facilitare la digestione dei pasti particolarmente abbondanti e ricchi di grassi.

Inoltre è molto utile a chi ha difficoltà digestive e a chi ha problemi di meteorismo e flatulenza».

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Com'è fatto il nostro cuore

NOTIZIE UTILI PER COLORO CHE NON 

VOGLIONO AVERE PROBLEMI CARDIACI

 

         COM’E’ FATTO IL NOSTRO CUORE

 

  

 

La figura è molto esplicativa ed indica anche tutte le diramazioni alla quali il nostro cuore è collegato.

 

Il cuore è in pratica una pompa che nasce con noi e ci segue per tutta la vita. É stato calcolato che durante la vita media di una persona,

il cuore esegue oltre 3 miliardi di battiti: un lavoro inimmaginabile che il nostro corpo compie senza mai fermarsi, senza mai perdere un colpo,

una macchina perfetta, superiore certamente a qualsiasi motore che l’uomo sia mai riuscito a costruire.

Il nostro cuore pompa di media, oltre 8000 litri di sangue al giorno.

Questo significa anche che in un solo anno ne pompa oltre 3.000 tonnellate.

Il cuore è costituito da uno speciale tessuto muscolare chiamato il “miocardio” che è formato da quattro cavità che sono chiamate:

• atrio destro e atrio sinistro

• ventricolo destro e ventricolo sinistro

Il sangue che proviene, attraverso le vene entra nell’atrio destro e poi viene spin- to nei nostri polmoni per essere ossigenato.

Terminata questa operazione il sangue entra nell’atrio sinistro, passando nel ven- tricolo sinistro e poi successivamente in tutto il nostro corpo.

Le arterie che devono svolgere tutto questo enorme lavoro di “miscelazione” sono chiamate coronarie e sono tre.

 

La conseguenza di tutto questo processo di circolazione è ovvio:

 

“SE LE NOSTRE CORONARIE SONO IN PERFETTA SALUTE, SONO SCORREVOLI,

SENZA OSTRUZIONI NE PLACCHE, ANCHE IL NOSTRO CUORE E’ SANO

E NOI VIVIAMO UNA VITA SERENA.”

 

In tutto il mondo le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte e la quinta causa di malattia.

Quindi più pericolose del cancro, se si può fare una graduatoria di questo genere.

Contrariamente a quanto si possa pensare, le malattie cardiovascolari rappresenta- no oggi la principale causa di morte nelle donne e ogni anno muoiono per problemi cardiaci più donne che uomini. 

In realtà, fino all’età della menopausa la donna risulta protetta dalle malattie cardiache; dopo i 50 anni si assiste invece a un progressivo aumento dell’incidenza di tali malattie nella popolazione femminile.

Dai settanta anni in poi, però, la mortalità e la morbidità  (cioè il numero di malattie non fatali) cardio- vascolari nei due sessi tendono ad eguagliarsi.

In Italia

I valori di mortalità più alti si registrano nell’Italia del Nord, quelli più bassi nell’Italia del Centro e del Sud, con una differenza che era molto elevata agli inizi degli anni ‘70,

ma è andata riducendosi gradualmente, fino a minimizzarsi all’inizio degli anni ‘90. 

L’Istat nel 1994 ha effettuato una indagine particolareggiata sulle condizioni di salute della popolazione, valutando anche la diffusione delle malattie cardiovascolari (iper- tensione arteriosa, infarto del miocardio, angina pectoris, ecc.).

Le percentuali più elevate di persone con infarto del miocardio si hanno in Friuli-Venezia Giulia,Liguria e Umbria (tutte con 2,1%). 

La percentuale più bassa, invece, spetta alla Puglia (con 0,7%). Per quanto riguarda l’angina pectoris la percentuale più alta è stata registrata nelle Marche (1,8%), quella più bassa in Trentino, in Campania e in Basilicata (0,6%). 

Per tutti gli altri disturbi del cuore, la percentuale più alta si trova in Umbria (5,0%) e quella più bassa in Puglia (2,5%).

 

Le tendenze per il futuro

 

I numeri, quindi, parlano da soli: le malattie a carico dell’apparato cardio- vascolare hanno un forte impatto sociale. A parziale consolazione, comunque, va sottolineato che la situazione sta migliorando.

Secondo i dati Istat (Mortalità in Italia nel periodo 1970-1992. Evoluzione e Geografia). Il numero di decessi per queste malattie, infatti, è in costante diminuzione in entrambi i sessi già dal- la metà degli anni ‘70, con una riduzione complessiva di quasi il 50% per le don- ne (si è passati, infatti, da un tasso di 24.1 per diecimila abitanti nel 1970, ad un tasso di 13.2 nel 1992), mentre per gli uomini la riduzione è stata di oltre un terzo (passando da un tasso di 33.1 per diecimila abitanti, ad un tasso di 20.9). 

Però, se il numero dei decessi per malattie cardiache è in netta riduzione, aumentano invece i soggetti con complicazioni, per esempio post-infarto, che necessitano di continui controlli, cure e trattamenti. Infatti, l’intervento (anche se immediato ed efficace) nella maggior parte dei casi non elimina completamente il rischio di eventuali ricadute. 

Come ricorda Lars Ryden, presidente della ESC (Società Europea di Cardiologia), infatti, l’unico mezzo per contrastare effettivamente il problema è la prevenzione.

 

RICORDIAMO CHE MOVIMENTOSALUTE onlus ha tra i suoi obiettivi principali proprio la PREVENZIONE.

 

Articolo tratto dal libretto realizzato da Roberto Guido Bijno, nel gennaio 2008,

per conto della sua ex associazione di volontariato “AMICI DEL CUORE PIEMONTE” di cui era Presidente e fondatore.

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