OSTEOPOROSI

Osteoporosi: 

un problema in espansione.

 

                Da Sanit.org

 

Con una popolazione di anziani in continua crescita, le ossa fragili  saranno sempre più un’emergenza nei prossimi anni, poiché significano fratture e costi enormi per gestire i pazienti che ne sono vittime.

 

Le terapie però ci sono e riducono dal 30% al 70% la probabilità di una seconda frattura, ma pochissime persone con osteoporosi le seguono.

«Neppure il 20 per cento dei pazienti con una frattura di femore riceve la terapia contro l’osteoporosi, che può ridurre moltissimo la probabilità di ulteriori eventi:

chi ha già avuto una frattura da fragilità ossea ha una probabilità cinque volte più alta di averne una seconda – spiega Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso Raffaella Becagli (FIRMO)

che ogni anno sceglie per l’Italia il tema da affrontare in occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi –. Non parliamo poi di chi ha una frattura vertebrale da fragilità: l’80% non viene neppure diagnosticata, viene scambiata per un semplice mal di schiena. 

Così non stupisce scoprire che nel nostro Paese la spesa diretta per le fratture supera i due miliardi di euro, ma la maggioranza dei costi è sostenuta per i ricoveri e non certo per i farmaci anti-osteoporosi, che rendono conto di appena il 2 per cento di questa cifra. 

A cui si aggiungono ben 12 miliardi di costi indiretti sopportati dai pazienti e dalle famiglie». Per il 2025 si stimano oltre 19 miliardi di costi diretti e indiretti connessi alle fratture, se non si invertirà la rotta dando le terapie giuste a chi ne ha bisogno.

Per farlo, un modo ci sarebbe: «Le Unità di frattura negli ospedali hanno dimostrato di essere utili ed efficienti – dice Brandi –. Non si tratta di creare nuove strutture, ma di pensare a un percorso,

inviando dagli specialisti giusti ogni paziente over 50 che arrivi in pronto soccorso con una frattura perché sia valutato e si possa decidere se è candidato a ricevere una terapia anti-osteoporosi. 

In Toscana le Unità di frattura sono già attive e abbiamo visto aumentare la sopravvivenza dei pazienti in appena un anno: non dobbiamo dimenticare,

infatti, che il 25 per cento di chi si rompe un femore muore nel giro di 12 mesi. 

Una terapia corretta cambia la storia clinica e sappiamo che circa metà dei pazienti che subiscono la frattura del femore nei mesi o anni precedenti l’evento sono incorsi in una precedente frattura da fragilità,

che costituiva un’opportunità fondamentale per la valutazione e l’intervento di prevenzione di successive fratture». 

Le Unità sono giudicate così efficaci da essere al centro dell’iniziativa Cattura la frattura dell’International Osteoporosis Foundation, che mira a crearne ovunque per ridurre il rischio di ulteriori fratture e migliorare l’accesso ai farmaci. 

Senza dimenticare l’importanza della prevenzione primaria: sarebbe essenziale non arrivare neppure alla prima frattura e per riuscirci serve uno stile di vita adeguato,

fatto di movimento regolare, svolto il più possibile all’aperto, e dieta sana con un buon apporto di calcio e vitamina D.

 

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Dolore ai piedi

Dolore ai piedi, un malessere trascurato

di Luca Bruno

 

Un gran numero di persone prova dolore ai piedi una volta raggiunti i 60 anni, ma in alcuni casi i dolori si possono far sentire anche prima,

tra i 20 ed i 30 anni.

Molte persone pensano che il dolore ai piedi sia uno dei sintomi dell’invecchiamento,

quando, invece, può essere più facilmente attribuito al proprio comportamento.

 

Una persona cammina mediamente nel corso della sua vita l’equivalente di tre volte la circonferenza della terra,

un enorme sforzo per il piede, con i suoi 100 tendini legamenti e muscoli, 26 ossa, e 33 articolazioni.

Scarpe regolarmente indossate, e che garantiscano una postura corretta del piede sono di grande aiuto, per esempio, così come la condizione fisica:

l’obesità, i problemi circolatori, il diabete per esempio sono di sicuro problematici anche per ciò che possono provocare ai piedi.

 

Un recente sondaggio condotto dalla American Medical Association Podiatric,

ha rilevato che il 53% degli intervistati ha affermato di avere dolori ai piedi, a tal punto in alcuni casi che ciò diventa un ostacolo per la vita quotidiana.

 

Tra i disturbi ai piedi più comuni abbiamo l’artrite, la fascite plantare (l’infiammazione del tessuto fibroso sollo il piede), calli, cattiva circolazione e funghi.

Ecco alcuni dei principali motivi di affaticamento del piede, da prendere in considerazione:

Sovrappeso: la forza esercitata sui piedi è circa il 120% del nostro peso corporeo, e quindi chi è obeso mette evidentemente sotto stress tutta la struttura del piede: tra i danni la fascite plantare.

Diabete: essendo i più lontani dal cuore i piedi sono i primi ad avere problemi circolatori e di sensibilità, il che può causare scarsa guarigione di ferite ed anche amputazioni.

Problemi di circolazione: se è compromesso il flusso di sangue nelle arterie periferiche i piedi sono i primi ad essere sottoposto a problemi.

Piedi piatti: causano l’allungamento e l’indebolimento dei muscoli e dei tendini del piede, con conseguenze come tendiniti ed artriti. Esistono in commercio scarpe e plantari ortopedici per evitare un eccessivo stress alla muscolatura del piede.

Scarpe: indossare scarpe adatte, e misurare ogni tanto il proprio piede, che si allunga e si appiattisce con l’età, evitare scarpe dolorose e, per le donne i tacchi alti, che nella vita di tutti i giorni non devono superare i 6 cm.

Funghi: i piedi devono respirare, ed i funghi in particolar modo si sviluppano in presenza di un ambiente umido e caldo. Far prendere aria alle scarpe ed usare calze che assorbano l’umidità, riducono la possibilità di malattie fungine.

Naturalmente per alleviare il lavoro dei vostri piedi è consigliabile una visita da uno specialista che vi può aiutare con apparecchiature ortopediche in caso di problemi.

E non bisogna dimenticare che l’esercizio fisico, mantenere in allenamento ossa, muscoli e tendini, anche con una semplice camminata, è la migliore prevenzione che si possa attuare.

 

 

 

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