CONSIGLI AL RISTORANTE

I CONSIGLI DI MOVIMENTO SALUTE

QUANDO SI VA AL RISTORANTE

oppure si rimane a mangiare in casa

 

Non vogliamo certamente scoprire l'acqua calda nel consigliarvi di scegliere il  ristorante, quando mangiate fuori casa.

Ognuno di noi ha le sue preferenze in base soprattutto alle sue rendite, ai suoi gusti alimentari ed ai luoghi

da frequentare ed è quindi inutile dare dei consigli su dove andare a mangiare.

Ma vi sono alcune regole che, se vogliamo rimanere in buona salute, dobbiamo cercare di rispettare.

  Ed ecco, che cosa la nostra onlus vi consiglia, sentiti i pareri di molti nutrizionisti:

 

  La prima regola è quella delle porzioni da mangiare, soprattutto quando andiamo in ristoranti, che hanno la bella abitudine

( giusta per moltissime persone) d' offrire ai loro clienti delle porzioni giganti.

Occorre quindi saggezza ed anche se non è carino lasciare degli avanzi nei piatti, dobbiamo mangiare senza strafare,

sino a non sentirci  troppo sazi.

La seconda regola, anch'essa importante è quella di rendersi sempre conto del nostro senso di sazietà, cercando

in tutti i modi di ascoltarlo evitando gli eccessi.

Siate certi che in questo modo, quando sarete a casa, non avrete bisogno di saltare il pasto successivo

e non sara' necessario usare bisogno dei digestivi.

 

Sempre in tema di consigli su quello che mangiamo, desideriamo darvi anche questi consigli, quando mangiate in casa:

 

a) Usate il peso per conoscere esattamente la quantità di cibo che cucinate ( soprattutto carne, pesce e pasta)

b) Consigliamo anche di preparare un piccolo schema dei prodotti da consumarsi nella settimana.

E' questo un ottimo metodo sia per differenziare i cibi che mangiamo, sia per riuscire a nutrirci con tutte le varie vitamine,

c) infine ricordarsi sempre di non tralasciare di fare una ricca colazione al mattino quando vi alzate da letto.

                                                          Roberto Guido Bijno

 

 

 

 

 

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SINDROME METABOLICA

Le definizioni della Sindrome Metabolica

 

 

La definizione più conosciuta ed applicata nella pratica clinica è quella del National Cholesterol Education Program Adult Treatment Panel (ATP) III del 2008.                       

Essa fa riferimento principalmente a questi disturbi:

obesità addominale, ipertensione, ipetrigliceridemia, basso colesterolo HDL e glicemia >110 mg/dl (includendo anche il diabete). 

 

Nel 2005 è intervenuta l’International Diabetes Federation (IDF) con una propria definizione. Essa si caratterizza per porre l’obesità viscerale come elemento essenziale a cui si debbono aggiungere altri due criteri tra quelli abituali (ipetrigliceridemia, basso colesterolo HDL, ipertensione, iperglicemia, compreso il diabete). 

Circa 1 mese dopo la pubblicazione dei criteri dell’IDF, l’American Heart Association ed il National Heart, Lung and Blood Institute hanno pubblicato uno statement sulla SM, che ha allargato i criteri dell’ATP III, portando il livello diagnostico della glicemia da 110 a 100 mg/dl, ed ha introdotto il concetto che è sufficiente la presenza di terapia per correggere l’ipertensione, l’ipetrigliceridemia, il basso colesterolo.

 

Movimentosalute onlus, vuole  principalmente solo  parlare alla gente comune e non ai medici, che conoscono perfettamente l’argomento. S’ipotizza necessario che il nostro lettore comprenda almeno l’origine di quella che viene chiamata dagli esperti “ LA SINDROME METABOLICA” e possa quindi meglio comprendere  come si possa  sviluppare e combattere.

 

IL CAMPANELLO D’ALLARME

 

Tutti sanno che con il passare degli anni l’aspetto di una persona cambia, senza che il soggetto quasi  se ne accorga e se lo fa, considera  questi cambiamenti solo l’inevitabile segnale degli anni che passano.

Le persone in genere, dopo i sessant’anni non fanno molta attenzione se ingrassano e se compaiono sui loro corpi dei cuscinetti a livello della vita. Invece questi segnali, che il nostro corpo ci manda, è  un campanello d’allarme importante per comprendere se la nostra salute può essere a rischio.

Queste trasformazioni del nostro corpo possono rilevare un possibile rischio d’incorrere in  due gravi malattie che sono principalmente:

      L’ INFARTO ED l’ICTUS

 

                         COME SI SVILUPPA LA SINDROME METABOLICA

 

Uno dei motivi principali di questi cambiamenti del nostro corpo è dovuto alla sedentarietà,

soprattutto quando andiamo in pensione e ci rilassiamo per molte ore al giorno sulla nostra poltrona preferita o davanti alla televisione.

Diventare sedentari è il principale motivo dei cambiamenti del nostro organismo, dovuti anche alla presenza di alti livelli di zuccheri

nel sangue che possono causare successivamente il diabete, l’ictus e l’infarto.

Un altro motivo di questi cambiamenti è l’alimentazione sbagliata, dovuta anche ad un eccessivo apporto di calorie, che non sono più necessarie al nostro corpo. 

L’individuo deve comprendere che non può più ingerire tutto quello che mangiava prima, ad iniziare dai grassi, dal troppo sale e dai dolciumi.

Occorre puoi, oltre ad un controllo costante del proprio peso, verificare la propria pressione sanguigna:

ricordarsi sempre che quella minima non deve mai superare i 90 . La giusta pressione deve stare tra i 120 della massima ed i 79 della minima.

Se ingrassiamo troppo, oltre che aumentare la nostra circonferenza, possiamo provocare una serie di malattie,

tipiche della terza età, come il diabete, che aggrava tutti gli altri fattori di rischio cardiovascolare, predisponendo l’organismo al pericolo dell’infarto. 

I valori della glicemia devono stare:

tra 70 e 109 per le persone sane e normali

tra 110 e 125 per quelle che hanno la glicemia leggermente elevata, 

ma non ancora pericolosa,

mentre i valori superiori ai 126 mg/dl indicano la presenza di diabete tipo 2, che è il più pericoloso per il nostro organismo,

tanto da provocare  tutta una serie di problematiche che vedremo di trattare diffusamente  in un altro articolo.

 

                                                                  R.B.BIJNO

 

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VENE VARICOSE

VENE VARICOSE (VARICI)

www.my-personaltrainer.it/bellezza/vene-varicose.html

 

L' Organizzazione Mondiale della Sanità definisce le vene varicose (o varici)

come delle dilatazioni abnormi e sacculari delle vene,

soprattutto degli arti inferiori, che spesso assumono un andamento tortuoso.

 

Esse rappresentano una patologia frequente ma generalmente ben sopportata, per cui comunemente il paziente adotta spontaneamente rimedi come il riposo con gambe sopraelevate,

calze elastiche, massaggi con opportune pomate. Solo in rari casi quindi le vene varicose giungono all'attenzione del medico.

Solamente l'1,1% dei maschi ed il 2,2% delle femmine vengono ricoverati per intervento chirurgico alle varici degli arti inferiori. Le sedi più frequentemente colpite sono rappresentate dalle vene superficiali degli arti inferiori.

 

L' organizzazione Mondiale della Sanità definisce le vene varicose (o varici) come delle dilatazioni abnormi e sacculari delle vene, soprattutto degli arti inferiori, che spesso assumono un andamento tortuoso.

Esse rappresentano una patologia frequente ma generalmente ben sopportata, per cui comunemente il paziente adotta spontaneamente rimedi come il riposo con gambe sopraelevate,

calze elastiche, massaggi con opportune pomate. Solo in rari casi quindi le vene varicose giungono all'attenzione del medico.

Solamente l'1,1% dei maschi ed il 2,2% delle femmine vengono ricoverati per intervento chirurgico alle varici degli arti inferiori. 

Le sedi più frequentemente colpite sono rappresentate dalle vene superficiali degli arti inferiori.

                    Le cause

I  fattori che possono far sviluppare le vene varicose:

 

  • Stitichezza, che ostacola il ritorno di sangue venoso verso l'alto
  • Obesità
  • Deficienza della pompa muscolare
  • Lavoro in ortostatismo (stazione eretta) in ambiente caldo (che favorisce una dilatazione dei vasi)
  • Alterazioni delle vene presenti alla nascita (congenite);
  • Età (tra i 30 e 50 anni);
  • Sesso (femminile prevalentemente).

 

Ma la reale causa della dilatazione delle vene degli arti inferiori, tuttavia, non è ancora stata definita; esistono sostanzialmente due ipotesi per cui si ritengono responsabili,

rispettivamente, le valvole e la struttura della parete venosa. 

L'ipotesi di una degenerazione valvolare sembra oggi difficilmente sostenibile: le tecniche con ultrasuoni hanno permesso di evidenziare come i rami di alcune vene

degli arti inferiori possano subire una degenerazione varicosa anche quando si ha una buona continenza valvolare. 

 

 

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Dolore ai piedi

Dolore ai piedi, un malessere trascurato

di Luca Bruno

 

Un gran numero di persone prova dolore ai piedi una volta raggiunti i 60 anni, ma in alcuni casi i dolori si possono far sentire anche prima,

tra i 20 ed i 30 anni.

Molte persone pensano che il dolore ai piedi sia uno dei sintomi dell’invecchiamento,

quando, invece, può essere più facilmente attribuito al proprio comportamento.

 

Una persona cammina mediamente nel corso della sua vita l’equivalente di tre volte la circonferenza della terra,

un enorme sforzo per il piede, con i suoi 100 tendini legamenti e muscoli, 26 ossa, e 33 articolazioni.

Scarpe regolarmente indossate, e che garantiscano una postura corretta del piede sono di grande aiuto, per esempio, così come la condizione fisica:

l’obesità, i problemi circolatori, il diabete per esempio sono di sicuro problematici anche per ciò che possono provocare ai piedi.

 

Un recente sondaggio condotto dalla American Medical Association Podiatric,

ha rilevato che il 53% degli intervistati ha affermato di avere dolori ai piedi, a tal punto in alcuni casi che ciò diventa un ostacolo per la vita quotidiana.

 

Tra i disturbi ai piedi più comuni abbiamo l’artrite, la fascite plantare (l’infiammazione del tessuto fibroso sollo il piede), calli, cattiva circolazione e funghi.

Ecco alcuni dei principali motivi di affaticamento del piede, da prendere in considerazione:

Sovrappeso: la forza esercitata sui piedi è circa il 120% del nostro peso corporeo, e quindi chi è obeso mette evidentemente sotto stress tutta la struttura del piede: tra i danni la fascite plantare.

Diabete: essendo i più lontani dal cuore i piedi sono i primi ad avere problemi circolatori e di sensibilità, il che può causare scarsa guarigione di ferite ed anche amputazioni.

Problemi di circolazione: se è compromesso il flusso di sangue nelle arterie periferiche i piedi sono i primi ad essere sottoposto a problemi.

Piedi piatti: causano l’allungamento e l’indebolimento dei muscoli e dei tendini del piede, con conseguenze come tendiniti ed artriti. Esistono in commercio scarpe e plantari ortopedici per evitare un eccessivo stress alla muscolatura del piede.

Scarpe: indossare scarpe adatte, e misurare ogni tanto il proprio piede, che si allunga e si appiattisce con l’età, evitare scarpe dolorose e, per le donne i tacchi alti, che nella vita di tutti i giorni non devono superare i 6 cm.

Funghi: i piedi devono respirare, ed i funghi in particolar modo si sviluppano in presenza di un ambiente umido e caldo. Far prendere aria alle scarpe ed usare calze che assorbano l’umidità, riducono la possibilità di malattie fungine.

Naturalmente per alleviare il lavoro dei vostri piedi è consigliabile una visita da uno specialista che vi può aiutare con apparecchiature ortopediche in caso di problemi.

E non bisogna dimenticare che l’esercizio fisico, mantenere in allenamento ossa, muscoli e tendini, anche con una semplice camminata, è la migliore prevenzione che si possa attuare.

 

 

 

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